mercoledì 12 marzo 2014

BREVIARIO PER RACCONTARE STORIE (PROTO-SOGGETTI)


Si tratta di analogie narrative utili a sceneggiatori e scrittori per orientarsi e mirare il focus delle loro storie, dove l'ispirazione artistica è integrata dalla conoscenza dei percorsi umani (snodi narrativi) che si rappresentano immutati da millenni, senza la conoscenza dei quali i nostri elementi narrativi rischiano, avanti nel racconto, di perdere di intensità e d'efficacia indebolendo la storia.
Secondo Jung il lavoro dell'artista consiste essenzialmente nello smontare la propria follia per conoscerne tutti gli aspetti, e poi nel ricostruirla tale e quale a prima, in modo che tutti possano riconoscervi la loro. Bell'impresa.
Cerchiamo di farlo anche noi attraverso quelli che ho chiamato i PROTO-SOGGETTI.

Ci sono due macro-storie di base: le Storie d’Amore e le Storie di Morte. Tutto ciò che è stato raccontato e si può ancora raccontare è racchiuso in queste due macro-categorie. Incredibile ma vero. E da ciò si generano i Proto-Soggetti.

Le Storie d’Amore.
È facile comprendere cosa trattino: un lui o una lei che devono scoprire le loro parti mancanti - anima lui, animus lei - attraverso il partner di turno che fa da mentore. Scoperta che realizzano nel climax grazie ad una vitale esplosione emotiva che li riscatta da una mancanza che fino a quel momento limitava o impediva la loro vita sentimentale. 
Nelle Storie d’Amore, il protagonista è quasi sempre lui, poiché, tra le altre ragioni, si ritiene, e non del tutto a torto, che sia soprattutto l’uomo a dover imparare qualcosa sull’argomento.
Succede anche per le lei, ma in questi casi la mancanza è dovuta soprattutto a fattori sociali, disponendo in genere la donna dei requisiti emotivi necessari. Si tratta in questi casi di una donna in carriera (maschietto al rovescio, ma in una diversa declinazione), fredda e calcolatrice, oppure, in casi più rari, è una donna bruciata nella capacità di amare da un trauma emotivo.
Invece, diciamo, i maschietti sono un po’ portatori sani di questa mancanza, quindi, oltre che per ragioni di mercato o culturali, è più “ovvio” raccontarli nelle Storie d’Amore. Scopriranno alla fine cosa significa amare?
Ma ci sono anche storie in cui sia lui che lei mancano entrambi del “pezzo necessario” (tra le centinaia di altri di racconti, ricordiamo lo storico “Harry ti presento Sally” o il più recente “Un giorno per caso”). Ambedue i protagonisti sono privi dei requisiti emotivi necessari, che affrontano e scoprono attraverso l’altro/a in un’esplosione emotiva finale in tandem.
Poi c’è un quarto tipo di Storie d’Amore, quelle in cui la mancanza è rappresentata da fattori esterni. Cioè lui e lei sono equipaggiati del necessario, perfettamente in grado di amarsi, ma qualcuno, dall’esterno, impedisce il loro amore. “Romeo e Giulietta” in testa, poi anche “Indovina chi viene a cena”. Ma, anche qui, di esempi ce ne sarebbero tanti.
Quindi, riassumendo, nelle Storie d’Amore, abbiamo quattro Proto-Soggetti:
1) Lui: bassa consapevolezza di lui
2) Lei: bassa consapevolezza  di lei
3) Insieme: bassa consapevolezza di entrambi
4) Esterno: bassa consapevolezza del gruppo

Le Storie di Morte.
Le Storie di Morte raggruppano praticamente tutti i film di genere (western, thriller, guerra, fantascienza, etc.).
Quando la morte viene rappresentata all’esterno, i rapporti sono molto chiari: ci sono i buoni (il protagonista) e i cattivi (l’antagonista). I buoni lottano contro i cattivi e vincono praticamente sempre (com’è giusto che sia). Il Bene contro il Male. Non c’è da scandalizzarsi di questa semplificazione - Bene e Male – se intendiamo questi due aspetti come ‘invasione di morte e reazione vitale’, nella rappresentazione di elementi che combattono dentro e fuori di noi quotidianamente.
Quando invece la morte viene dall’interno (non dall’esterno), gli sviluppi sono più complessi: il protagonista è “nemico” di sé stesso. Bene e Male al suo interno lottano per sopraffarsi l’un l’altro ed avere la meglio. Tutto il nostro essere, infatti, è strutturato per affrontare e replicare alla morte, ogni giorno, a livello cellulare, dove si combattono lotte furiose tra cellule senza che neanche ce ne accorgiamo. Questo proto-soggetto racchiude tutte le storie in cui viene rappresentato, a vario modo, il senso di colpa. Da “Gente Comune” a “Psyco”.
Quindi le Storie di Morte comprendono due Proto-Soggetti:
5) Esterno: nemico fuori
6) Interno: nemico dentro

Perciò, per concludere, pur rischiando di spoetizzare non poco la nostra ispirazione e sminuire il nostro racconto, si può dire che esistono sei storie in tutto. Sei Proto-Soggetti, sei macro-racconti che da millenni, e per i prossimi futuri, ingloberanno la fascinazione e il mistero dentro di noi che chiede di essere svelato.

Nei prossimi post proveremo a comprendere meglio i Proto-Soggetti analizzandone uno alla volta, facendo raffronti tra le storie più famose che di questo tipo conosciamo, scoprendo così che il vero artista non è quello che rappresenta le cose più belle, ma colui che le rappresenta in maniera più significativamente reale, variazioni di sei temi che, nonostante tutto, possiamo poetizzare con la nostra personale visione e interpretazione.

Immaginereste mai, come accennato in un precedente post, che per esempio “Qualcosa è cambiato”, “What Women Want” e “Il lato positivo” sono lo stesso film?
Pensate di vedere la storia di tre personaggi diversi, ambientati in luoghi diversi, protagonisti di vicende diverse, invece assistete sempre allo stesso racconto “cucinato” con ingredienti diversi ma appartenenti alla stessa vicenda umana, alla stessa forma… allo stesso Proto-Soggetto. Il primo, prossimamente, sarà: lui protagonista.

Proto-Soggetti©

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