Si tratta di analogie narrative utili a sceneggiatori e scrittori per orientarsi e mirare il focus delle loro storie, dove l'ispirazione artistica è integrata dalla conoscenza dei percorsi umani (snodi narrativi) che si rappresentano immutati da millenni, senza la conoscenza dei quali i nostri elementi narrativi rischiano, avanti nel racconto, di perdere di intensità e d'efficacia indebolendo la storia.
Secondo Jung il lavoro dell'artista consiste essenzialmente nello smontare la propria follia per conoscerne tutti gli aspetti, e poi nel ricostruirla tale e quale a prima, in modo che tutti possano riconoscervi la loro. Bell'impresa.
Cerchiamo di farlo anche noi attraverso quelli che ho chiamato i PROTO-SOGGETTI.
Ci
sono due macro-storie di base: le Storie d’Amore e le Storie di Morte. Tutto
ciò che è stato raccontato e si può ancora raccontare è racchiuso in queste due
macro-categorie. Incredibile ma vero. E da ciò si generano i Proto-Soggetti.
Le
Storie d’Amore.
È
facile comprendere cosa trattino: un lui
o una lei che devono scoprire le loro
parti mancanti - anima lui, animus lei - attraverso il partner di turno che fa
da mentore. Scoperta che realizzano nel climax grazie ad una vitale esplosione
emotiva che li riscatta da una mancanza
che fino a quel momento limitava o impediva la loro vita sentimentale.
Nelle
Storie d’Amore, il protagonista è quasi sempre lui, poiché, tra le altre ragioni, si ritiene, e non del tutto a
torto, che sia soprattutto l’uomo a dover imparare qualcosa sull’argomento.
Succede
anche per le lei, ma in questi casi
la mancanza è dovuta soprattutto a
fattori sociali, disponendo in genere la donna dei requisiti emotivi necessari.
Si tratta in questi casi di una donna in carriera (maschietto al rovescio, ma
in una diversa declinazione), fredda e calcolatrice, oppure, in casi più rari, è
una donna bruciata nella capacità di amare da un trauma emotivo.
Invece,
diciamo, i maschietti sono un po’ portatori sani di questa mancanza, quindi,
oltre che per ragioni di mercato o culturali, è più “ovvio” raccontarli nelle Storie
d’Amore. Scopriranno alla fine cosa significa amare?
Ma
ci sono anche storie in cui sia lui
che lei mancano entrambi del “pezzo
necessario” (tra le centinaia di altri di racconti, ricordiamo lo storico “Harry
ti presento Sally” o il più recente “Un giorno per caso”). Ambedue i
protagonisti sono privi dei requisiti emotivi necessari, che affrontano e
scoprono attraverso l’altro/a in un’esplosione emotiva finale in tandem.
Poi
c’è un quarto tipo di Storie d’Amore, quelle in cui la mancanza è rappresentata
da fattori esterni. Cioè lui e lei sono equipaggiati del necessario,
perfettamente in grado di amarsi, ma qualcuno, dall’esterno, impedisce il loro
amore. “Romeo e Giulietta” in testa, poi anche “Indovina chi viene a cena”. Ma,
anche qui, di esempi ce ne sarebbero tanti.
Quindi,
riassumendo, nelle Storie d’Amore, abbiamo quattro Proto-Soggetti:
1) Lui: bassa
consapevolezza di lui
2) Lei: bassa
consapevolezza di lei
3) Insieme: bassa
consapevolezza di entrambi
4) Esterno: bassa
consapevolezza del gruppo
Le
Storie di Morte.
Le
Storie di Morte raggruppano praticamente tutti i film di genere (western,
thriller, guerra, fantascienza, etc.).
Quando
la morte viene rappresentata all’esterno, i rapporti sono molto chiari: ci sono
i buoni (il protagonista) e i cattivi (l’antagonista). I buoni lottano contro i
cattivi e vincono praticamente sempre (com’è giusto che sia). Il Bene contro il
Male. Non c’è da scandalizzarsi di questa semplificazione - Bene e Male – se
intendiamo questi due aspetti come ‘invasione di morte e reazione vitale’, nella
rappresentazione di elementi che combattono dentro e fuori di noi
quotidianamente.
Quando
invece la morte viene dall’interno (non dall’esterno), gli sviluppi sono più
complessi: il protagonista è “nemico” di sé stesso. Bene e Male al suo interno
lottano per sopraffarsi l’un l’altro ed avere la meglio. Tutto il nostro essere,
infatti, è strutturato per affrontare e replicare alla morte, ogni giorno, a
livello cellulare, dove si combattono lotte furiose tra cellule senza che
neanche ce ne accorgiamo. Questo proto-soggetto racchiude tutte le storie in
cui viene rappresentato, a vario modo, il senso di colpa. Da “Gente Comune” a
“Psyco”.
Quindi
le Storie di Morte comprendono due Proto-Soggetti:
5)
Esterno: nemico fuori
6)
Interno: nemico dentro
Perciò,
per concludere, pur rischiando di spoetizzare non poco la nostra ispirazione e sminuire
il nostro racconto, si può dire che esistono sei storie in tutto. Sei Proto-Soggetti, sei macro-racconti che
da millenni, e per i prossimi futuri, ingloberanno la fascinazione e il mistero
dentro di noi che chiede di essere svelato.
Nei
prossimi post proveremo a comprendere meglio i Proto-Soggetti analizzandone uno
alla volta, facendo raffronti tra le storie più famose che di questo tipo
conosciamo, scoprendo così che il vero artista non è quello che rappresenta le cose
più belle, ma colui che le rappresenta in maniera più significativamente reale,
variazioni di sei temi che, nonostante tutto, possiamo poetizzare con la nostra
personale visione e interpretazione.
Immaginereste
mai, come accennato in un precedente post, che per esempio “Qualcosa è cambiato”,
“What Women Want” e “Il lato positivo” sono lo stesso film?
Pensate
di vedere la storia di tre personaggi diversi, ambientati in luoghi diversi,
protagonisti di vicende diverse, invece assistete sempre allo stesso racconto “cucinato”
con ingredienti diversi ma appartenenti alla stessa vicenda umana, alla stessa
forma… allo stesso Proto-Soggetto. Il primo, prossimamente, sarà: lui protagonista.
Proto-Soggetti©
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